sabato 8 settembre 2012

Acquaparking


Si sta preparando un’altra bella colata di cemento con annessa spendita di denaro pubblico. Il progetto del parcheggio di viale Trieste, fortemente voluto da Pesaro Parcheggi, sarà un’opera notevole dal punto di vista ingegneristico ma sicuramente onerosa, con un impatto ambientale probabilmente devastante e soprattutto inutile.


In un recente comunicato, leggiamo:


“L’intervento si pone l’obiettivo di costruire una infrastruttura importante per la città e dare un notevole contributo in chiave di offerta turistica, trasformando l’immagine del lungomare di Ponente.”


Belle parole e begli intenti. La pedonalizzazione di Viale Trieste sicuramente è un’ottima iniziativa, ma siamo sicuri che il prezzo da pagare debba essere per forza l’allestimento di un cantiere che realizzi due piani sotterranei per il primo parcheggio subacqueo al mondo? Non sono un geologo e probabilmente sbaglio, ma quando al mare gioco con mia figlia a fare buche sulla spiaggia, basta scavare 40 centimetri che troviamo l’acqua. Immaginiamo quale genere di infiltrazioni si dovranno compensare per scavare due piani sotterranei e qule tipo di manutenzione sarà necessaria in seguito: costi in caduta libera.


Insomma si parte da un buon proposito (riqualificare la zona mare) per arrivare ad una pessima proposta. Se davvero è necessario un grande parcheggio in zona mare, non sarebbe meglio individuare un’area diversa? Il vicino parcheggio del curvone non sopperisce già abbastanza alla richiesta di posti auto? Magari si potrebbe pensare ad un servizio di navette anzichè all’ennesimo scatolone di cemento.


Ci sono parecchie “incompiute” a Pesaro:


è il caso di iniziare un’altra opera? non sarebbe più prudente completare i progetti in essere da sempre e mai terminati?


La riqualificazione del lungomare interessa tutti, il rilancio economico e turistico della città passa sicuramente per l’offerta estiva che non è solo strade, parcheggi e alberghi ma anche spiaggia, mare e aria pulita. Anche qui ci sarebbe parecchio da dire dalla questione dell’erosione delle spiagge alla bonica delle foci del Foglia e Genica per terminare con l’annosa questione delle polveri sottili.


Prima di inerpicarsi in complicate opere ingegneristiche, sarebbe forse più saggio fare tutti quei micro interventi che la città aspetta da tempo. Dalla sistemazione dei marciapiedi devastati dalla crescita degli alberi, alla messa in sicurezza delle piste ciclcabili, rifacimento della segnaletica orizzontale e verticale che in alcuni punti è addirittura invisibile (vedi il pericolosissimo attraversamento pedonale davanti alla chiesa di Cristo Re).


Una serie di interventi che darebbero respiro ai residenti e giovamento all’immagine della città. Un pacchetto di interventi da pianificare e realizzare in tempi brevi, individuandoli con la partecipazione dei cittadini che potrebbero segnalare le mancanze. Mi pare una fantastica opportunità per condividere la gestione della città con gli abitanti. L’impegno sarebbe tutt’altro che banale ma risolutivo per tutte le piccole “ferite” che sono rimaste aperte per troppo tempo. Probabilemte un modo migliore di usare il denaro pubblico che tornerebbe alla città anzichè nelle tasche dei privati.

Unico neo: ci guadagnerebbero solo i cittadini e non i costruttori.


Democrazia Diretta subito!


 


Acquaparking

Nessun commento:

Posta un commento