mercoledì 26 settembre 2012

Non chiamatele "morti bianche"


E’ di oggi la notizia della morte di Gastone Carlini operaio di 46 anni di Mondolfo. Non entriamo nel merito del caso particolare, di cui non conosco i fatti nè ho idea dei motivi che abbiano portato a questo terribile evento. Vorrei esprimere condoglianze alla famiglia per la tragica perdita e provare a riflettere sulla questione della sicurezza nei posti di lavoro.


Secondo l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, di Carlo Soricelli, dal primo gennaio ad oggi 26 settembre, in Italia sono morti sui luoghi di lavoro 465 lavoratori, di cui 10 nella nostra regione.


Sono dati di un bollettino di guerra. Le Marche sono una delle regioni con la minore incidenza di caduti sul lavoro ma nel resto d’Italia le cifre del 2012 sono impressionanti: oltre 50 morti in Lombardia ed Emilia, oltre 30 in Piemonte e così via in una striscia di sangue assurda.


Dati in calo secondo INAIL, addirittura ai minimi storici. In realtà le statistiche INAIL tengono conto solo dei propri assicurati e non includono i lavoratori “in nero” che costituiscono il 20% della cifra rilevata invece dall’Osservatorio di Soricelli che sta diventando il punto di riferimento per questi rilevamenti.


Le chiamano “morti bianche” come a far capire che si tratta di eventi senza responsabili, una cosa pulita, inevitabile, una fatalità. Morire per lavoro è una cosa che non possiamo accettare, soprattutto in questi tempi in cui si lavora meno e si muore lo stesso. Incuria, inosservanza delle leggi, lavoro nero, sfruttamento.


Quando i posti di lavoro non sono in sicurezza, quando i cantieri hanno lavoratori senza protezioni, quando si recluta personale non qualificato e senza assicurazione, possiamo parlare di evento casuale? E’ un caso se un muratore cade da un ponteggio non protetto? se un operaio muore perchè non indossa le protezioni? Oppure dovremmo parlare di omicidi sul lavoro? Cantieri che diventano tombe perchè legge non tuela sufficientemente i lavoratori e non punisce adeguatamente i responsabili. E’ di questo parere anche l’UE che ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia che non ha ancora recepito le normative comunitarie per la sicurezza sul lavoro.


Decenni di neoliberismo hanno trasformato praticamente in una cosa da ridere i Diritti dei lavoratori. Dall’articolo 18 a una miriade di leggi e ggiustamenti cavillosi che hanno stravolto il mondo del lavoro tra colpe dei politici e inettitudine di chi quei diritti doveva tutelarli.


Parlare di crescita, pil, competitività da un lato mentre si massacra il lavoro e lo stato sociale dall’altro è una assurdità totale.

Lo voleva l’Europa, Marchionne, le banche. Non lo volevano gli italiani, i giovani, i precari.


Democrazia Diretta subito!


 


Non chiamatele "morti bianche"

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