Circa 370 miliardi di euro di immobili. Nonostante le privatizzazioni degli anni ’90 il valore del patrimonio dello Stato Italiano rappresenta un serbatoio cui attingere per ridurre il peso del debito pubblico.
Il governo più delegittimato della storia repubblicana ha annunciato un piano di dismissioni per fare cassa. Ovviamente lo fanno con il solito linguaggio incomprensibile ai più; infatti da Berlino, alla consegna del Responsible Leadership Award, Mario Monti dichiara:
Abbiamo predisposto veicoli, fondi mobiliari e immobiliari, attraverso i quali convogliare in vista di cessioni, attività del settore pubblico, prevalentemente a livello regionale e comunale.
Siccome non ci ha capito niente nessuno, SuperMario precisa meglio:
Non solo non escludiamo la cessione di quote dell’attivo del settore pubblico, ma la stiamo preparando e presto seguiranno degli atti concreti.
Insomma si ta preparando la cessione di servizi quei pubblici locali e municipalizzate che hanno sul mercato valutazioni piuttosto vantaggiose. Il trionfo di decenni di cultura e pratica della privatizzazione selvaggia di tutto ciò che è patrimonio comune, nell’ottica di svendere la parte buona della società e passarla nelle mani dei soliti speculatori.
Nel frattempo molti piccoli comuni, strangolati dai tagli, vendono il loro patrimonio immobiliare. E’ il caso di Basiglio (MI) che inizia vendendo gli  alloggi comunali destinati alle famiglie in difficoltà e prennuncia che sono a rischio trasporto pubblico, mensa scolastica, asilo nido, assistenza ai disabili e fondi per i servizi sociali. Ecco dove colpisce la Spending Review.
Vendere i gioelli di famiglia quando si hanno dei debiti è una soluzione che poteva andare bene per la mia povera nonna, non per un governo di tecnici dal quale ci si aspetta una cosa più articolata di un “vendo tutto”.
Democrazia Diretta subito!
Vendo tutto


Cosa hanno in comune un cittadino residente a Muraglia e un imprenditore della cintura pesarese?
Entrare in Parlamento è un affare: oltre 16mila euro al mese, escluse spese di rappresentanza.  La cifra risulta nel 

La classe politica italiana che ci ha portato al disastro economico, dovrebbe essere licenziata in blocco dai cittadini. Quella che ormai viene definita “la casta” ha dimostrato di non essere disposta a fare un passo indietro, arroccata come è nella difesa dei propri privilegi.
Riceviamo una email molto dura in risposta all’annuncio del ritiro della raccolta firme per il referendum dei politici che abbiamo dato in esclusiva due giorni fa, nel silenzio totale di TUTTI i gruppi consigliari cittadini. Un lettore di questo blog, piuttosto alterato, ci identifica come responsabili del fallimento dell’iniziativa.
Quando piove capita spesso di veder comparire il temutissimo divieto di balneazione. I cartelli vengono apposti sul litorale ma poi spariscono rapidamente: ladri di cartelli? effetto marea? alieni a caccia di trofei?

Ci hanno tolto qualcosa di fondamentale: la possibilità di fare scelte. La democrazia rappresentativa, deve fare un passo evolutivo e diventare DIRETTA. Per realizzare questa svolta c’è bisogno dell’impegno di tutti.
Attaccare persone sulla base dell’aspetto fisico è una manifestazione di intolleranza. Non sopporto le associazioni tra attributi fisici e morali, es: “brutto e cattivo“. Forse i brutti sono tutti cattivi? e i belli sono sempre buoni?
La notizia di oggi che ha scosso tutti quanti, è quella
Il Segretario regionale dell’Unione Inquilini Marche, Carlo Cardarelli, si è fatto promotore di una iniziativa che ha molto a che fare con l’introduzione della Democrazia Diretta nelle strutture comunali.
“Sviluppo uguale crescita” è la ricetta facile facile che ci inculcano i media. La crescita si misura tramite il Prodotto Interno Lordo (PIL) che deve sempre essere in crescita. Per sfatare questo mito, Stefano Cavallotto, Andrea Bertaglio e Lorenzo Fioramonti hanno realizzato un documentario: “