venerdì 27 luglio 2012

Onorevoli portafogli

Entrare in Parlamento è un affare: oltre 16mila euro al mese, escluse spese di rappresentanza.  La cifra risulta nel rapporto della commissione Giovannini (Presidente ISTAT) incaricata a inizio 2012 di confrontare le retribuzioni di membri delle istituzioni e di organi della Pubblica amministrazione con gli omologhi di sei Paesi europei. Deputati e senatori italiani sono meglio pagati dei loro colleghi: i francesi percepiscono 13.500 euro/mese, i tedeschi 12.600, gli olandesi 10.000, fanalino di coda gli austriaci con 8.640 mensili.


I CONTI DELLA SERVA

I dati vanno verificati, ma da una ricerca in rete risulta che un deputato italiano incasserebbe ogni mese:


  • 11.283 euro lordi mensili come indennità parlamentare (11.555 euro ai senatori)

  • 3.503 euro come diaria/indennità di residenza

  • 1.331 euro per il trasporto

per un totale di oltre 16.000 euro, a cui vanno sommati:


  • 4.000 euro esenti da imposta (4.180 ai senatori) per le spese di segreteria e rappresentanza

  • 3.098 euro per le spese telefoniche (4.150 ai senatori)

  • Libera circolazione su treni, autostrade, navi e aerei

  • Assegno di fine mandato: Il deputato versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota del 6,7 per cento della propria indennità lorda. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l’assegno di fine mandato, che è pari all’80 per cento dell’importo mensile lordo dell’indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).

MA CI FACCIA IL PIACERE…

Sembra una barzelletta ma in una intervista del dicembre scorso, Lamberto Dini si lamentava degli scarsi emolumenti.


“La verità è che, contrariamente a quanto scrive qualcuno, le retribuzioni onnicomprensive nette (quindi non solo l’indennità, ma anche la diaria e i compensi accessori), dei deputati e senatori italiani sono gia’ oggi, anche in virtù delle riduzioni già decise nei mesi scorsi, al di sotto della media delle analoghe retribuzioni dei colleghi europei che, appunto, rappresentano la media dei compensi attribuiti prima del 2008 ai singoli parlamentari nazionali. E’ quello può bastare, senza dover fare ulteriori studi”.


(ADNKRONOS)


I dati forniti dalla commissione Giovannini questo non confermano affatto le dichiarazioni di Dini a cui obiettiamo che gli stipendi dei lavori italiani sono ben sotto la media europea ma nessuno si è scandalizato. I nostri onorevoli paperoni comunque, non perdono un’occasione per rimarcare la differenza tra noi e loro.