giovedì 16 agosto 2012

Le cinque M


In questi giorni il ROF è in pieno svolgimento e sui giornali leggiamo di grandi spettacoli con artisti di livello internazionale che si esibiscono per una platea di pochi fruitori che possono pagare il prezzo del biglietto. Non che la cosa mi scandalizzi più di tanto. L’ambiente della lirica e del teatro è sempre stato circondato da un’aura di escluvità che è parte del suo fascino.


Questo evento di rilevanza internazionale si sentiva in tutta la città, si organizzavano eventi minori, si ascoltava la musica persino in piazza tramite un sistema di diffusione che regalava le note del cigno di Pesaro a tutti gli avventori delle vie del centro. Un editoriale molto acuto di PU24 a firma di Luciano Murgia, ci fa notare che questa musica non c’è più. Nelle vie del centro non risuonano le arie di Rossini e ci si chiede perchè. Non credo si possa dire che è una questione di fondi perchè l’impianto c’è già.


Una volta si diceva che Pesaro era la citta delle cinque M: Mare, Mobili, Maioliche, Motociclette e Musica. Ce le stiamo giocando allegramente tutte quante: il mare è quello che è, le maioliche sono un lusso per pochi, i mobili sono in crisi, le motociclette ce le siamo giocate anni fa, cerchiamo di tenerci la musica!


Anche ieri sottolineavo questa volontà autolesionista che toglie progressivamente tutto il bello dalla nostra città. L’esempio della vicina Romagna, dove si fa ogni sforzo per valorizzare il territorio, dovrebbe pur dare qualche suggerimento. Occorrono investimenti, attenzione al nuovo e conservazione del patrimonio esistente. Il Festival Internazionale del Nuovo Cinema mi pare sia un esempio vincente di organizzazione e soprattutto integrazione della manifestazione con i cittadini, perchè non si può fare anche per la musica? Perchè il ROF è destinato a rimanere un evento per giapponesi? Se manca la cultura della musica lirica, chi deve pensarci?


Mi rivolgo alle associazioni e a tutti i cittadini, è ora di darsi da fare per arrestare questa erosione del patrimonio comune. Dobbiamo fare in modo che sia la gente a decidere come e dove investire, difendere, sviluppare. Possiamo cambiare se vogliamo davvero, basta protestare solo su Facebook, facciamo sentire la nostra voce veramente. Assieme siamo più forti.


Democrazia Diretta subito!


Le cinque M

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