martedì 28 agosto 2012

Linguaggio e linguacce


Il sito cadoinpiedi.it riporta una notizia che mi pare interessante:



Vince la satira: dare del “leccaculo” ad un politico non è reato


Il vignettista satirico Davide Sacco è stato assolto: non è diffamazione.


Il termine “leccaculismo” riferito ad un politico non rappresenta un reato. A deciderlo è stato il Tribunale di Genova, che ha assolto il disegnatore satirico Davide Sacco.


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Sembra una cosa banale o folkloristica ma, al contrario, segna un buon punto a favore della libertà di opinione. Il fatto che i politici si possano trincerare dietro la minaccia della querela per diffamazione contro ogni osservazione che gli si possa fare, non è più accettabile. Chi si cala nell’agone politico si sottoponga al giudizio della satira e della gente: libera pernacchia insomma.


Mettere il bavaglio alle critiche è facile per chi può permettersi di intentare causa a chiunque lo dileggi. Un politico spesso dispone di mezzi consistenti e lo spauracchio di una ingente richiesta di risarcimento può essere molto efficace come deterrente. A ciò si aggiunga l’italica abitudine al “non esporsi” per avere un esercito di persone che, pur avendo qualcosa da dire, tacciono obbedienti al primo comandamento del vivere tranquilli: “chi te lo fa fare?”. Questa situazione deve cessare: le critiche, anche forti, devono essere recepite con spirito autocritico che non significa affatto lasciar perdere ma rispondere, chiarire e portare la discussione su toni civili.


Siamo contrari all’involgarimento del dibattito politico. Non ci piace la politica fatta di insulti nè quella urlata. Non ci piacciono le imprecazioni nè i vaffa a raffica. L’uso sistematico della parolaccia, che spesso strappa l’applauso, nasconde una pochezza di argomenti (i recenti fatti di cronaca politica nazionale ne sono un esempio avvilente).


Quand c’vo, c’vo


Possiamo capire che a volte l’esasperazione arrivi a livelli tali da far scattare automaticamente lo sbotto. Una certa caduta di stile (mai l’insulto) può essere tollerata quale legittimo diritto allo sberleffo, manifestazione di insofferenza verso quegli intoccabili che possono permettersi tutto, non chiedono mai scusa ma pretendono rispetto e si sentono attaccati quando gli si fa notare le castronerie che dicono.


Insomma si può essere satirici, pungenti, incisivi senza essere triviali; per il resto: Libera satira, libera critica, libertà!


Democrazia Diretta subito!


 


Linguaggio e linguacce

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